Artigianato siciliano : carretti, ceramiche, ferro battuto, tessile, lavorazione del corallo

Il carretto dipinto è l’oggetto più noto dell’arte popolare siciliana. Nell’ornamentazione delle sponde del carro vengono rifatti i temi dominanti della tradizione cavalleresca. Le storie di gesta dei cavalieri e di eroi sono rimaste vive nella immagine popolare grazie al all’aiuto dei cantastorie, fino a qualche anno fa, e all’ “Opera dei Pupi”. E i pupi, marionette di preziosa fattura, rappresentano uno dei pezzi più caratteristici dell’artigianato siciliano al punto che il Museo Internazionale delle Marionette di Palermo ne conserva duemila.
Lavorazione di vimini: prodotto tipico di tutta la Sicilia, particolarmente quelli di Monreale in provincia di Palermo e altri esempi le troviamo nel siracusano.

Una posizione di grande rilievo tra le opere dei maestri artigiani compete alle ceramiche, tradizione antica di oltre quattromila anni in Sicilia. Oggi è possibile guardare le ceramiche siciliane, dipinte a mano e costruite con materie prime tradizionali e tecniche antiche, nelle botteghe dei maestri di Sciacca, Santo Stefano di Camastra, Caltagirone. Specialmente a Caltagirone, dove nel 1965 è stato istituito un museo, la ceramica è parte integrante del paesaggio urbano. Merita una visita la spettacolare scalinata di Santa Maria del Monte, di 130 metri e 142 scalini, le cui alzate sono decorate con formelle di maiolica. I gradini raffigurano in successione esempi di stile arabo, spagnolo, ecc.. La scalinata, risalente al 1606, ricca di colori, letteralmente, il 24 e 25 luglio quando, in onore di San Giacomo protettore della città, viene riempita di candele e lumi.

Tra le realizzazioni più caratteristiche dell’artigianato isolano va ricordato l’arte della lavorazione del ferro battuto, come testimoniano cancelli e balconate che dominano maestosi nelle strade di Palermo, Catania, Acireale, Ragusa, Noto ecc.
Ad Erice, si tramanda ancora l’artigianato tessile della lana, della seta e del cotone, anche la lavorazione del corallo è molto sviluppata, dal momento che le coste erano ricche di barriere coralline.

Palermo era nota per il corallo nero, Catania e Messina per quello bianco, Trapani e Sciacca per quello rosso. La trasformazione del corallo rosso toccò livelli artistici pari a quelli napoletani, soprattutto tra il ‘500 e il ‘600 quando, accanto a rosari e collane, iniziò la produzione di elaborate sculture, delegate da nobili che le offrivano a papi e re. Nelle zone di Sciacca e Trapani l’attività è ancora viva.