I Parchi naturali e le altre aree protette della Sicilia
La Sicilia è una regione ricca, di bellezze naturali testimoniati dalle decine di parchi e riserve che si trovano sparse nell’isola.
Merita una menzione il parco dell’Etna è stato il primo ad essere istituito in Sicilia nel marzo del 1987.
L'Etna infatti non è soltanto il vulcano attivo più alto d'Europa, ma una montagna viva dove si possono trovare colate laviche recenti, prive di forme di vita, e colate antichissime su cui sono presenti elementi naturali di Pino laricio, Betulla e Faggio.
Per proteggere questo ambiente naturale unico e il suo straordinario paesaggio circostante, il parco dell'Etna, è stato diviso in quattro zone.
Nella zona "A", 19.000 ettari, quasi tutti di proprietà pubblica, non ci sono insediamenti umani.
La zona "B", 26.000 ettari, è formata in parte da piccoli proprietà agricoli privati ed è caratterizzata da bei esempi di antiche case contadine.
Le zone "C" e "D": 14.000 ettari, servono per consentire anche eventuali insediamenti turistici nel rispetto del paesaggio e della natura.
Sul vulcano vivono ancora l'istrice, il gatto selvatico, la volpe, la Martora, la lepre, il coniglio e, fra gli animali più piccoli, la donnola, il ghiro, il riccio, il quercino e varie specie di topi e pipistrelli.
Molti sono gli uccelli ed in particolare i rapaci che testimoniano dell'esistenza di ampi spazi incontaminati: tra i rapaci diurni segnaliamo la poiana, lo sparviero, il falco pellegrino, il gheppio e l'aquila reale; tra i notturni l'assiolo il barbagianni, il gufo comune, le allocco. Aironi, anatre ed altri uccelli acquatici si possono osservare nel lago Gurrida, unica superficie d'acqua dell'area montana etnea. Tra le diverse specie di serpenti, che con il ramarro e la lucertola è la vipera che popolano il sottobosco.
Infine, vi è l’ universo multiforme degli insetti e degli altri artropodi: grilli, farfalle, cicale, cavallette, api, con il loro ruolo fondamentale negli equilibri ecologici.
Complessivamente il mondo vegetale dell'Etna si presenta contraddistinto da un insieme di fattori tra i quali ha un ruolo egemonico la natura vulcanica della montagna.
La flora del Parco, enormemente ricca e varia, influenza il paesaggio con continui mutamenti; ciò è dovuto dal continuo rimaneggiamento del substrato ad opera delle colate laviche che si avvengono nel tempo, e dal variare delle temperature e delle precipitazioni in base all'esposizione dei versanti. ed all'altitudine.
Oltre i 2.000 metri abbiamo il Faggio che, in Sicilia, arriva il suo limite meridionale e la betulla.
Al di sopra del limite dell'astragalo, tra i 2.450 ed i 3.000 metri solo pochi elementi riescono a sopravvivere dell'alta montagna etnea. Alla sommità si stende il deserto vulcanico dove nessuna forma vegetale riesce a crescere.
I Monti Nebrodi
I Monti Nebrodi, con le Madonie ad ovest ed ai Peloritani ad est, formano l'Appennino siculo. Essi si affacciano, a nord, di fronte al Mar Tirreno, mentre il loro limite dal fiume Alcantara e dall'alto corso del Simeto.
Gli elementi essenziali che più caratterizzano il paesaggio naturale dei Nebrodi sono la dissimmetria dei diversi versanti, la diversità di modellazione dei rilievi, la ricca vegetazione e gli ambienti umidi. Caratteristica essenziale dell'andamento orografico è la dolcezza dei rilievi, dovuta alla presenza di grandi banchi di rocce argilloso-arenacee.
Le cime, che raggiungono con Monte Soro l’altezza massima di 1847 metri s.l.m., hanno fianchi arrotondati e si aprono in ampie vallate con numerosi fiumi che sfociano nel Mar Tirreno. Ci sono zone, anche, dove dominano i calcari, il paesaggio prende aspetti dolomitici, con profili irregolari e forme aspre. E' questo il caso delle Rocche del Crasto (1315 metri s.l.m.).
Per quando riguarda la vegetazione gli arabi definirono i Nebrodi "un'isola nell'isola" ed il motivo apparirà chiaro al turista, questo territorio comprende boschi suggestivi, ampi verdi pascoli d'alta quota, tranquilli laghi e torrenti fluenti contrastano con l'immagine tipica della Sicilia arsa ed arida dal sole. localizzate.
Un tempo regno di cerbiatti i Nebrodi (il cui significato deriva dal greco nebros che vuol dire cerbiatto) costituiscono ancora la parte della Sicilia più ricca di fauna, nonostante il progressivo decadimento ambientale.
Il Parco dei Nebrodi ospita comunità faunistiche di molte specie, tra i piccoli mammiferi, gli anfibi e i rettili, molte le specie di uccelli nidificanti e di passo, straordinario il numero di invertebrati. Tra i primi si ricordano l'istrice, il Gatto selvatico e la Martora, la Testuggine palustre, tra gli anfibi, infine, il Discoglosso.
Sui Nebrodi sono state classificate circa 150 specie di uccelli, tra le quali la Cincia bigia di Sicilia ed il Codibugnolo di Sicilia.
All'interno del territorio del Parco esistono poi numerosi esemplari di cavallo sanfratellano, originario di questi monti, una razza preziosa per i tipici caratteri e per il numero ridotto di esemplari.
Il Parco delle Madonie
Nel parco delle Madonie si trovano le più antiche rocce di Sicilia, formatesi durante il Triassico. Le vette più alte e spettacolari della catena sono, Pizzo Carbonara (1979 m.), Monte San Salvatore (1912 m.), Monte Ferro (1906 m.) Monte Ouacella (1869 m.), Monte dei Cervi (1656 m.). Pur facendo parte dello stesso complesso montano hanno ognuna un aspetto diverso. Ora aguzze o tondeggianti.
Nelle Madonie che occupano appena il 2% della superficie dell'isola, sono presenti oltre la metà delle specie vegetali siciliani tra le quali parecchie endemiche.
L'area madonita con le sue peculiarità geomorfologiche-climatiche, permette l'identificazione di tre zone distinte: la fascia costiera del versante settentrionale, riparata dai venti africani in cui si trovano i più fitti boschi, gli uliveti secolari, i sughereti.
La vasta catena montuosa mantiene il manto boschivo di faggio e leccio e presenta molte specie endemiche tra le quali L'Abies Nebrodensis, esempio di antiche glaciazioni.
Parco Fluviale dell'Alcantara
Parco Fluviale dell'Alcantara con circa 50 km di asta fluvialerappresenta aspetti naturalistici unici. Eventi geotermici e geologici di grande intensità hanno formato la struttura degli attuali basalti. In epoca preistorica un fiume scorresse su sedimenti argillosi; poi grandi eruzioni vulcaniche incanalarono nel letto di quel fiume un fluido magma, che sprofondò nei tratti più argillosi, determinando gli attuali colonnati basaltici. Queste bellissime sculture della natura, si possono ammirare in contrada Larderia del Comune di Motta Camastra.
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